Aiuto Dislessia, scoperto il legame con i problemi alla vista

La presenza di un semplice astigmatismo, occhio pigro, ambliopia, ipermetropia o RCA (ridotta capacità accomodativa), sicuramente compromettono quanto meno l’efficienza visiva e quindi la capacità di apprendimento fino ad essere una componente importante del processo dislessico.

 

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Finalmente, dopo un dibattito che dura da quasi 30 anni, uno studio pubblicato sulla rivista Cerebral Cortex, dal lavoro di Simone Gori, dell’Università di Bergamo e da Andrea Facoetti, Luca Ronconi e Sandro Franceschini del Developmental and Cognitive Neuroscience Lab del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, sancisce l’effettivo legame causale tra disturbi visivi e difficoltà di lettura.

 

 

 

Alla base c’è un particolare disturbo che impedisce di percepire correttamente i falsi movimenti cioè i movimenti di un oggetto che in realtà è immobile

La via visiva magnocellulare-dorsale è un insieme di aree cerebrali che permettono la percezione del movimento e la giusta localizzazione degli oggetti nello spazio. Se tale via non funziona correttamente, leggere diventa difficile e faticoso.

“Abbiamo dimostrato – continuano Gori e Facoetti – che trattamenti innovativi basati esclusivamente sull’allenamento della via visiva magnocellulare-dorsale migliorano le abilità di lettura. Questo nuovo filone di ricerca risulta essere valido dal punto di vista terapeutico, ma apre anche nuove prospettive nella prevenzione della dislessia

Questo articolo ha come scopo definire quale sia il ruolo da attribuire agli aspetti visivi rispetto ai disturbi specifici dell’apprendimento in quanto  la visione assume un ruolo di primo piano visto che è risaputo a livello scientifico che il 90% delle informazioni necessarie allo sviluppo cognitivo del  bambino passano attraverso la VISIONE.

Nell’ambito delle attività di letto-scrittura infatti, nessuna forma di lettura, a eccezione del Braille, è possibile prescindendo dall’informazione visiva. Di conseguenza diventa fondamentale effettuare dei semplici controlli dello stato visivo (esistono o non esistono deficienze visive) al fine di permettere l’identificazione precoce di bambini a rischio dislessia prima che inizino le scuole elementari e quindi prima dell’acquisizione della lettura.

Pur non essendo l’unica causa dello scarso rendimento nelle attività scolastiche, un problema visuo-percettivo  può contribuire in modo significativo alle difficoltà di apprendimento del bambino a scuola

Infatti la difficoltà nella lettura è ampiamente correlata sia con l’ipermetropia , sia con la RCA ( Ridotta Capacità Accomodativa) ovvero disturbi che riducono l’acuità visiva nella visione da vicino, mentre un deficit di tipo miopico è in relazione con un disturbo nella visione da lontano.

In questo senso, l’intervento di un optometrista , pur non avendo l’ambizione di curare la dislessia, diventa un importante contributo e si inquadra nelle strategie di supporto al bambino nell’aiuto dislessia attraverso l’utilizzo di lenti, prismi, filtri o training visivo optometrico.

Come può l’optometrista intervenire efficacemente in aiuto alla dislessia allo scopo di eliminare o ridurre le difficoltà visive del bambino ?

Compensando le condizioni refrattive come ad esempio miopia, ipermetropia o astigmatismo che non permettono al bambino di ottenere un’immagine nitida della lavagna e/o del libro.

Esaminando e definendo quali siano i problemi visivi funzionali che ostacolano una acquisizione efficiente dell’informazione visiva (abilità di controllo della motilità oculare, dell’accomodazione, della visione binoculare, delle capacità fusionali, occhio pigro, ambliopia, astigmatismi, ….).

Migliorando l’efficienza visiva nell’ambito delle attività ravvicinate (33-40 cm).

Valutando il livello di sviluppo delle abilità percettive coinvolte nei processi di letto-scrittura.

Un controllo strumentale e/o un semplice screening sono un valido aiuto a livello di prevenzione, con un costo paragonabile ad un ticket, a disposizione dei genitori per assicurare ai propri figli una migliore qualità di vita

 

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